La vitamina D esiste in due forme principali: il colecalciferolo (vitamina D3), che deriva dal colesterolo ed è sintetizzato dagli organismi animali, e l’ergocalciferolo (vitamina D2), ma la forma attiva della vitamina su citata è il calcitriolo, che ha come funzione la stimolazione dell’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale, la regolazione, in sinergia con l’ormone paratiroideo, dei livelli plasmatici di calcio, il mantenimento di un’adeguata mineralizzazione dello scheletro.

L’estate ci aiuta tanto

La vitamina D può essere sintetizzata ed accumulata nei mesi estivi, al fine di mantenere un adeguato livello circolante anche nei mesi invernali: ciò vale, per quanto riguarda l’Europa, per i Paesi mediterranei, dove la quantità di radiazioni ultraviolette assorbita è di norma sufficiente a coprire il fabbisogno di vitamina D, mentre per chi è meno esposto al sole per condizioni climatiche o abitudini di vita, spesso necessita di un’integrazione.

Tra gli alimenti più utili alla formazione di vitamina D ci sono alcuni tipi di pesce (aringa, sgombro, sardine), l’olio di fegato di merluzzo, il burro, i formaggi e le uova.

Il fabbisogno giornaliero

Il fabbisogno giornaliero di vitamina D risulta maggiore sopra i 60 anni e quindi la quantità giornaliera di vitamina D non deve essere inferiore a 10 mcg; inoltre particolarmente importante è un’integrazione per le donne in menopausa.

I livelli plasmatici di vitamina D sono considerati predittori non soltanto di una buona struttura ossea, ma anche di un favorevole stato generale di salute. In molti studi osservazionali, infatti, elevati livelli plasmatici di questa vitamina si associano a una riduzione del rischio di mortalità.

Recenti studi…

Una recente metanalisi (Schöttker B et all; BMJ. 2014 Jun 17;348), che ha analizzato i risultati di otto studi condotti in Europa e negli Stati Uniti, conferma come, nonostante la variabilità dei livelli osservati nei vari Paesi, i soggetti con i livelli plasmatici più bassi della suddetta vitamina abbiano un rischio di mortalità cardiovascolare, per tumori (in questo caso limitatamente ai soli soggetti già portatori di una neoplasia all’inizio dello studio) o per altre cause, superiore rispetto ai soggetti con livelli più elevati. Questi dati possono contribuire a spiegare le recenti osservazioni che attribuiscono una migliore speranza di vita alle donne con una significativa esposizione solare, e potrebbero forse giustificare, almeno in parte, la maggiore sopravvivenza media delle popolazioni dell’area mediterranea rispetto a quelle dei paesi scandinavi, nonostante i sistemi sanitari siano spesso meno efficienti.

vitamina D

Interazioni con farmaci

L’ipermagnesemia (alti livelli di magnesio nel sangue) può svilupparsi quando gli antiacidi contenenti magnesio sono usati insieme alla vitamina D, in particolare in pazienti con insufficienza renale cronica.

Una riduzione degli effetti di tale vitamina può verificarsi con l’uso di certi farmaci anti-convulsivanti. Essi possono indurre gli enzimi microsomiali epatici e accelerare la conversione della vitamina in metaboliti inattivi.

L’assorbimento intestinale

L’assorbimento intestinale della vitamina D può essere alterato con l’uso di alcuni farmaci:

  • I pazienti in terapia con colestiramina o colestipolo devono essere avvertiti di far passare quanto più tempo possibile tra l’ingestione di questi farmaci e la vitamina D.
  • L’uso dei corticosteroidi (cortisonici) può causare osteoporosi e deplezione di calcio con la somministrazione a lungo termine. Questa deplezione di calcio crea un maggiore bisogno di entrambi i supplementi sia calcio sia vitamina in questione (necessaria per l’assorbimento del calcio).
  • La vitamina deve essere usata con cautela nei pazienti che assumono la digossina. L’ipercalcemia (che può derivare da un eccessivo uso di vitamina D) può far precipitare ritmi cardiaci anomali.
  • L’assorbimento intestinale della vitamina D può essere alterato con l’uso di oli minerali.
  • L’orlistat (usato per ridurre l’assorbimento dei grassi alimentari) può diminuire i livelli della vitamina. I pazienti devono prendere in considerazione di assumere un multivitaminico con vitamine liposolubili. COnsigliato due ore prima o dopo l’orlistat o al momento di andare a coricarsi.
  • La rifampicina aumenta il metabolismo della vitamina e ne riduce i livelli nel sangue. Il bisogno di supplementi di vitamina D con la rifampicina non è stato accuratamente studiato, anche se possono essere necessari.
  • I lassativi possono ridurre l’assorbimento della vitamina alimentare, quindi devono essere limitati a un uso a breve termine se possibile.
  • La simultanea somministrazione dei diuretici tiazidici e della vitamina D in pazienti ipoparatiroidei può causare ipercalcemia. Può essere transitoria o può richiedere l’interruzione della vitamina D.

Interazioni con erbe e supplementi alimentari

Sulla base del meccanismo d’azione, l’uso della vitamina D e del calcio insieme può alterare la risposta infiammatoria.

La vitamina deve essere usata con cautela nei pazienti che assumono erbe con azione sul cuore. L’ipercalcemia (che può risultare da un eccessivo uso di vitamina) può far precipitare anomalie del ritmo cardiaco.