Gli Energy drink sono nati per compensare carenze vitaminiche e minerali, per aumentare la resistenza ed accelerare il recupero dopo l’attività fisica; in seguito sono stati utilizzati per bruciare i grassi, aumentare la massa muscolare, migliorare le funzioni cerebrali.

Essi contengono, oltre ad acqua, carboidrati, vitamine e coloranti, una grande varietà di ingredienti, tra cui taurina, caffeina, guaranà, ginseng, glucuronolattone ed inositolo.

Energy drink: tra chimica ed effetti collaterali

Rappresentano pertanto una “nuova” somministrazione di caffeina, a cui il consumatore solitamente non associa la tossicità della caffeina stessa. In particolare gli effetti sull’apparato cardiovascolare e sulla potenziale induzione alla dipendenza. La caffeina contenuta in questo tipo di bevande in genere risulta essere in quantità superiore o equivalente agli 80-85 mg di una tazzina di caffè. Decisamente superiore ai 25 mg di una cola classica.

Nell’ultimo decennio le vendite degli Energy Drinks sono enormemente cresciute anche in virtù di campagne pubblicitarie che hanno puntato strategicamente e decisamente sul mondo giovanile. Una recente indagine condotta dall’EFSA (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha evidenziato che: il 68% dei giovani tra i 10 e i 18 anni consuma energy drink e che, per il 12% di questi, il consumo è cronico ed elevato; il 18% dei bambini tra i 3 e i 10 anni consuma energydrink, con un consumo cronico ed elevato per il 16% di questi; il 41% dei consumatori adolescenti consuma bevande energetiche durante l’attività sportiva. Lo studio ha anche rivelato che il contributo delle bevande energiche all’esposizione totale alla caffeina è di circa l’8% nei consumatori adulti, del 13% negli adolescenti e del 43% nei bambini.

Gli effetti collaterali, cefalea e sovraeccitazione

La risposta individuale all’assunzione degli Energy drink è estremamente variabile. In alcuni soggetti può causare un eccessivo incremento della frequenza cardiaca oltre ad un aumento della pressione arteriosa. Tali bevande sono quindi controindicate in persone affette da cardiopatie congenite o acquisite. Alcuni soggetti possono lamentare cefalea vasocostrittiva o disturbi sulla capacità di apprendimento, dovuta all’alternanza sonno/veglia e ad uno stato di sovraeccitazione. Nei soggetti adulti, ad alti dosaggi, sembra provocare, oltre all’ipertensione, disturbi gastroenterici (diarrea ed ulcera peptica).

Il rischio maggiore però è attribuibile all’abitudine nei giovani di associarle ad alcolici. E’ accertato che mescolando energy drink ed alcolici si riduce la percezione dei sintomi indotti dall’alcol, quali sonno e torpore. Le persone accusano meno gli effetti dell’alcol, sono stimolate, euforiche, ma, nonostante questi apparenti effetti positivi, le misure oggettive mostrano che i riflessi sono rallentati. Le capacità di ragionamento e quelle decisionali sono ridotte, come ridotta è la coordinazione motoria. Inoltre, la percezione distorta del proprio stato fisico fa sì che l’individuo sia indotto ad un consumo maggiore e più rapido dell’alcol. Una volta terminati gli effetti effimeri dell’energy drink (i cui componenti stimolanti sono metabolizzati ed eliminati più rapidamente dell’alcol), la sbornia si può materializzare con improvvisa caduta dell’attenzione, nausea, vomito, cefalea, disequilibrio, sonno, ecc.