In Italia sono 81.500 le persone colpite da cancro della prostata, vescica, rene e testicolo lo scorso anno: il 7% in più rispetto al 2015. L’aumento dei tumori riguarda anche chi ha meno di 50 anni. E nei prossimi mesi, a causa dell’epidemia di Covid, dovremo aspettarci una crescita dei casi scoperti già in stadio avanzato, dal momento che molti controlli sono saltati, così come gli esami per altri disturbi che spesso portano alle diagnosi precoci accidentali.

Tumori: non solo gli anziani sono a rischio

“L’aumento di diagnosi di tumori urologici negli under 50 è un dato di cui dobbiamo tenere conto soprattutto nella scelta delle cure, che devono essere sempre di più concordate in ambito multidisciplinare, attraverso un confronto costruttivo tra i diversi specialisti coinvolti nell’assistenza al paziente, e, ove possibile, meno invasive”, spiega il dr Alberto Lapini.

Nel tumore del rene la ricerca medico-scientifica sta facendo grandi passi in avanti dopo anni di sostanziale immobilismo. Ogni anno si registrano oltre tremila casi in uomini e donne con meno di 50 anni. Si rende quindi necessario rendere quanto prima disponibili, anche nel nostro Paese, terapie innovative in grado di dare nuove chances ai tutti i pazienti, anche quelli più ‘giovani”.
 

I tumori genito-urinari: incidenza e sintomi

tumori

Nel 2019 ci sono stati 37.000 nuovi casi di cancro della prostata, 12.600 al rene, 2.200 al testicolo e 29.700 alla vescica. Per quanto riguarda la diagnosi del carcinoma renale, in un terzo dei casi è occasionale. “Di solito – spiega Lapini – avviene quando un paziente si sottopone a un accertamento radiologico a livello addominale per altri motivi o problemi di salute. Come specialisti abbiamo a disposizione un’ampia scelta di trattamenti efficaci e, infatti, otto malati su dieci riescono a sconfiggere la neoplasia urologica. Nel carcinoma della prostata e del testicolo le percentuali di sopravvivenza sono addirittura del 92% e 91%. Sono ottimi risultanti, purtroppo ancora impensabili in altre gravi patologie oncologiche”.

Per questo è fondamentale segnalare il prima possibile al proprio medico curante alcuni sintomi come la presenza di sangue nelle urine: “Può essere infatti un indicatore della presenza di un tumore della vescica – spiega Colombo  – e non va sottovalutato neanche quando si presenta una sola volta. Una frequente necessità di urinare è invece una delle principali avvisaglie del carcinoma prostatico. Abbiamo trascorso mesi molto problematici perché la pandemia e il successivo lockdown hanno reso molto difficile l’accesso alle strutture sanitarie. Il Covid-19 rappresenta ancora una seria minaccia ma non deve essere un pretesto per non fare controlli medici ed esami diagnostici. I nostri ospedali e ambulatori – conclude – sono ormai sicuri e quindi raccomandiamo a tutti gli italiani, che ne hanno bisogno, di sottoporsi agli accertamenti. Il cancro non può essere sottovalutato e continuerà ad essere un problema di salute per milioni di persone anche dopo la fine della pandemia